Roma
Photo Dario Borruto
Incorniciato nella finestra di fianco al letto, un romantico scorcio della Basilica di San Giovanni. Siamo in uno dei quartieri più autentici, più frenetici di Roma. La prima volta che vedemmo questa casa con il proprietario, prima di acquistarla, ci sembrava forse troppo grande per le sue esigenze. Cercavamo qualcosa di più raccolto, diverso, ed invece decidemmo insieme di invertire completamente la rotta per sposare l’idea di una casa, sì intima, ma basata su un concetto di spazio, di vuoto, con l’obiettivo di dare ad esso senso e valore.
I pavimenti in marmo preesistenti smontati, leggermente restaurati e posati nuovamente nel solo disimpegno, ad impreziosire la connessione tra zona giorno e zona notte. Tutt’attorno pavimenti in legno e delicate pareti trattate a calce, imperfette, materiche, in grado di captare la luce e diffonderla delicatamente.
Il palazzo nel quale si trova l’abitazione si potrebbe considerare quasi una testimonianza del passaggio tra vecchio e nuovo, tra muri di mattoni pieni e strutture in cemento armato. Proprio questi due elementi, entrambi messi a nudo senza mezzi termini, rivelano l’originale anima del passato restituendo agli ambienti un’atmosfera fuori dal tempo, rilassata, umana.
L’arredamento quasi non c’è, ci sono dei termosifoni in metallo dalla finitura grezza, talvolta a centro stanza, senza una parete che li ospita. Poi delle panche, forse è anche troppo gentile definirle tali, enormi, smisurate, più che altro sono dei volumi di muratura trattati a calce, sospesi o monolitici, rozzi, quasi monastici, ma al tempo stesso in grado di definire in modo silenzioso gli spazi, in armonia con il resto degli elementi.